@chvfrc :
"se avessi una SOLUZIONE realistica e realizzabile, sarei il presidente del Consiglio."Conoscendo le tue idee in merito all'oggetto della ns discussione (assolutamente TAV contrario, mi sembra), dubito fortemente che tu potresti essere investito di quella carica : tutti coloro che avrebbero la facoltà per eleggerti se ne guarderebbero bene, dato che (immagino) siano tutti favorevoli alla realizzazione dell'opera...
io cambierei invece la tua frase con questa :
"se avessi una SOLUZIONE realistica e realizzabile, sarei un mago" a dimostrazione che nemmeno tu sei in grado di proporre una soluzione "realistica" al problema per cercare di risolverlo restando all'interno della legalità e/o nell'ambito del buon senso.
"Tu pensi VERAMENTE che se tutti i piemontesi fermassero treni e autostrade il Governo cambierebbe idea?"io dico : almeno provare; scambiarci opinioni come stiamo facendo non risolve nulla.
Occorre FARE. Organizzare. Edificare nell'animo di tutti gli interessati un idea comune di azione, che verta sempre e comunque su strategie
"non violente". Questo deve partire dall'alto, per es. da parte di tutti quei sindaci dei comuni interessati che adeguatamente devono sensibilizzare ogni singolo abitante capo famiglia attraverso l'organizzazione comunale.
Ordine del giorno, del mese, dell'anno : "Se ci teniamo davvero alla nostra terra".
io penso ad una folla di decine di migliaia di persone che si riversano compatte e concentrate in un luogo; prova a pensare all'immagine che darebbe all'opinione pubblica ma soprattutto alla politica e alle forze dell'ordine : come tratterebbero il caso? non aspettandosi un comportamento del genere, si troverebbero impreparate ed in forti ambasce... vorrei proprio vedere una democrazia occidentale che si mette ad usare la forza su una folla inerme, pensando alle ripercussioni internazionali che un simile atto provocherebbe... se, come dite, TUTTI I PIEMONTESI sono contrari alla realizzazione dell'opera, che aspettate a mobilitarvi in massa? in quanti milioni di persone siete, in Piemonte?
Non è facendo guerriglia con quei 300 o 400 soggetti che tentano di aprire una breccia alle recinzioni del cantiere che si risolve la cosa; governo e forze dell'ordine non aspettano altro che le manifestazioni sfocino fino alla violenza più estrema, per strumentalizzarla e far passare agli occhi dell'opinione pubblica nazionale i manifestanti come "i cattivi" della situazione; se ci dovesse scappare un morto tra i militari a presidio del cantiere, a causa degli scontri innescati da quei gruppi di facinorosi, quale sarebbe l'immagine che TUTTA la parte avversa all'opera, tutti i Piemontesi prima ancora degli italiani, darebbe agli occhi dell'europa e del mondo?
Se insieme agli uomini ci fossero anche donne ed anziani (
l'italia conta attualmente 18milioni di pensionati che hanno un sacco di tempo libero: tolti i boiardi ex servi di stato che percepiscono tripla pensione d'oro e a cui non frega nulla della ValSusa, la maggioranza sono poveracci che non hanno nulla da perdere e penso che anche il Piemonte sia ben nutrito di pensionati alla fame per ciò che questo paese del c. ha decretato loro) a bloccare treni ed autostrade (asfalto e rotaie sono solo un idea di partenza; una simile forma di protesta può essere mossa verso altri scenari), in modo non violento, e se soprattutto fossero
in tanti, ma veramente TANTI, l'immagine di protesta cambierebbe radicalmente agli occhi di tutti: da una teppaglia di poche centinaia di soggetti che usa violenza e metodi paramilitari mediocri ed improvvisati, si passa all'immagine pacifica di una massa ENORME per numero, di persone "qualunque e dovunque", cittadini residenti, tutti uniti dalla stessa idea e dalla stessa determinazione.
non pensare che l'idea sia sciocca o banale ed irrealizzabile... è già accaduta in passato ed è gia stata messa in pratica...
nel XXmo secolo in India, gli Inglesi pensavano che gli Indiani fossero tutti zoticoni incivili privi di facoltà di pensiero... ma quando si è in tanti, organizzati e determinati, si può cambiare il corso della storia e non è una frase fatta.
Attenzione però, per riuscire a realizzare questo, occorre che TUTTI siano della stessa idea e motivate per lo stesso scopo, perchè quando leggo che, come scrivi,
"quelli di Alessandria andrebbero a manifestare per quelli della Val di Susa? Quelli della Crocetta di Torino andrebbero a manifestare per i Valsusini?" allora si torna al problema cronico del ns paese :
LA SUA DIVISIONE STORICA. E allora ci si spiega molti "perchè"...
Regioni, province, comuni, campanili... frazioni che guardano in cagnesco quelle limitrofe a distanza di 500metri in linea d'aria... di fronte a questo, ha ancora un senso parlare di "
edificare un idea per una linea di azione comune" in decine (o centinaia) di migliaia di cittadini???...
"Beh, se pensi tutto questo, allora hai una visione un po' distorta della realtà e della "politica" "sono invece assai più realista e consapevole di quanto tu nemmeno immagini.
So perfettamente dove vivo :
in un paese di merda. Popolato da Brunico a Lampedusa in prevalenza da gente del cazzo per metà cialtroni e per metà mafiosi.
Da gente del genere, non può e non potrà venire mai nulla di buono.
Hanno ragione gli europei nel guardare l'italia con una sola comune idea finale di pensiero:
quella di mafiosi. PERCHE' COSI' E'. (potrei scrivere un libro intero per argomentare dettagliatamente il PERCHE' scrivo e penso ciò, ma non ne ho il tempo, non me ne verrebbe in tasca nulla e poi non risolverebbe assolutamente niente ne mi solleverebbe lo spirito; lo hanno già scritto molte testate giornalistiche europee che ancora si chiedono, in conclusione, cosa ci stanno a fare nella EU insieme a partners come l'italia e gli italiani)
Tornando all'oggetto :
Se oggi tocca a quei poveracci della ValSusa (come in passato è toccato a quelli del Vajont o a quelli di Stava; in futuro chissà??; paese alquanto pericoloso dove scegliere incautamente di vivere, l'italia, anche se in apparenza non sembra...), non rimangono a mio avviso che 3 soluzioni per chi vi si trova coinvolto suo malgrado :
1) inghiottire il rospo ed accettare passivamente quanto deciso a Roma, di certo spalleggiata calorosamente da Provincia di competenza del progetto TAV nonchè dalla stessa Regione Piemonte attraverso TUTTI i suoi esponenti, non dimentichiamocelo; di questi tempi in cui anche la Regione Piemonte si trova con un bilancio in forte passivo, un debito DA PAURA come certificato dai numeri recentemente pubblicati, i soldi attirano, fanno comodo e non si buttano...
se per arrivare a questo occorrono migliaia di tonnellate di ferro e cemento da riversare in una valle che non sarà mai più la stessa per realizzare un opera assolutamente inutile, non sarà la prima e nemmeno l'ultima che questo paese del c. avrà visto sul proprio territorio, con buona pace dei suoi residenti -
Questo che ho descritto in rosso non è il mio pensiero in merito, beninteso ma è certamente quello che corre nei palazzi romani e torinesi... 2) combattere la realizzazione dell'opera, scegliendo però adeguatamente modi e mezzi : ripeto, con la violenza non si otterrà mai nulla; ripeto ancora, se quei 500 isolati facinorosi alzeranno ulteriormente il livello della protesta (magari causando, nell'evenienza più malaugurata, uno o più morti tra le forze dell'ordine) non solo loro ma anche chi intende manifestare pacificamente -
come gli stessi sindaci citati da Marco- PASSERANNO IMMEDIATAMENTE DALLA PARTE DEL TORTO oltre quanto già non sono, e non si otterrà altro di favorire chi ha deciso quest'opera e fare ulteriormente irrigidire e legittimare mezzi assai più duri e repressivi da mettere sul campo per opporsi ai manifestanti. Pensateci.
3) la terza soluzione, che sarebbe anche la "mia" soluzione se abitassi in quella valle e trovassi insopportabile anche la sola idea di vedermi passare sotto il naso treni ad alta velocità e traffico su gomma arrivati dopo la mia scelta di risiedervi : vendere tutte le proprietà -ammesso che ne abbia- anche a costo di rimetterci, e con il ricavato cambiare aria e andarmene a stare in un posto più salubre, non solo dal punto di vista ambientale ma soprattutto per quello della compagnia (i miei cari compatrioti...), vale a dire mettere una certa distanza tra me e l'italia con la prospettiva di non farvi più ritorno (non mi mancherebbe; l'unico dubbio è : decidendo di andarmene all'estero,
sapendo che provengo dall'italia, i residenti locali mi danno il benvenuto o mi prendono a calci???...).
Il fatto che non abbia ancora deciso in tal senso e che non lo abbia ancora messo in pratica è perche :
a) mia moglie non ne vuol sapere; troppo legata al suo territorio d'origine, beata lei.
b) invecchiando ho alzato il livello di sopportazione (nonostante tutto quello che avviene intorno a me e quello che leggo e sento dalle cronache nazionali, politiche e non),
c) soprattutto per fortuna (solo caso e fortuna, si noti bene) che dove risiedo attualmente non mi hanno ancora costruito sotto casa (a due metri di distanza, come solo gli italiani saprebbero fare, si guardi per es. il caso di GE con le corsie dell'autostrada che passa sotto i balconi dei residenti, ma può essere un paese civile e normale questo???) un aeroporto, un depuratore, un inceneritore, una tangenziale, un reattore(nucleare) o che altro ancora di deliziosamente desiderabile.
Però chissà, il tempo è ancora lungo, non è detto che non possa accadere : in un paese come questo, tutto (ma veramente TUTTO) è possibile, prima o poi; e non certo per il meglio...