13.07.2007: si decide di salpare le ancore il giorno prima (passati i cinquanta bisogna capitalizzare le forze). In macchina, durante l'avvicinamento, quarant'anni di Genesis (mp3, Dio vi benedica!) ci fanno capire il perchè, il come, il quando: tre scopi, tre motivi, and then there were three... poi il sonno prima del grande evento. 14.07.2007: ore 8.45 del mattino. Intercettiamo sul Lungo Tevere una coppia di inglesi di Manchester coi quali, senza perdere il passo, intoniamo Ripples ed è il primo evento miracoloso... ripples never come back, oh sì! Ma il caldo è terrificante e il sole sembra essere immobile, quando invece avrebbe dovuto subito tramontare per far posto ai Nostri. Le gole si asciugano, l'afa è un tormento... arcangeli e serafini si avvicendano sopra le nostre teste, io li vedo, non può finire così, Loro devono ancora suonare! Enormi colonne si perdono nella campagna del Circo Massimo, alla nostra destra e per centinaia di metri. Ci chiediamo il perchè di quella che sembra una smaccata esagerazione. La spiegazione arriva dalle 18 in poi, quando un oceano di carne umana (prima di allora non immaginavo come lo si potesse rappresentare, ora lo so) comincia ad inondare festoso l'Anfiteatro Genesis. Diventavo uno dei cinquecentomila, abbacinato dai milioni di pixel che, alle 21.30, esplodono impazziti davanti a noi alle prime note di Behind the lines. Phil, Chester, mio Dio... due motori a propulsione nucleare, Tony ieratico, Mike statuario, Daryl gongolante: sono Loro, immersi nella luce argentata di una luna scesa sulla Terra. Quarant'anni di Genesis. Quarant'anni nelle braccia che, a migliaia, ritmano in alto, verso il cielo di una notte romana diversa dalle altre. Quarant'anni... e No son of mine lascia il posto all'Androide-In the cage. E poi Follow you follow me, cioè il girotondo di animazioni del passato (Peter, Steve...) che si protendono nel presente a significare l'atemporalità della loro produzione, al di là dei gabrielismi o dei collinsismi. Brivido e commozione: Firth of fifth, e "quel tuo guardaroba" che ci piace ancora e che ci piacerà sempre. Domino! E di Phil ora ce ne sono tre; poi il balletto per fare il verso a chi non può ballare (I can't dance, irresistibile). Le braccia al cielo chiedono di cristallizzare il tempo come una mosca nell'ambra, per non finire mai, ma Carpet crawlers, dolcissima e struggente, suggella la fine del sogno di quella calda estate. L'oceano umano si ritira.
Le cronache, il giorno dopo, riferiranno dell'enorme massa di terra e polvere sollevata durante il defluire della gente e illuminata dai gialli riflettori: aveva assunto la forma di fuoco e fiamme protese nel cielo di quella notte romana, la notte dei 501... mila.