by massimo61 » 30 Aug 2010, 11:07
Premetto che credo in Dio e quindi sarei arruolabile tra i Valdesi.
Questa chiesa ha sempre avuto posizioni etiche ben distinte da quella cattolica, posizioni più vicine a quelle cosiddette laiche.
Apertura all’omosessualità (forse la principale causa o pretesto del loro passato massacro, che comprese addirittura una crociata).
Ma, anche, un diverso approccio ai temi di inizio e di fine vita. La cosa che più ho apprezzato in queste posizioni è la centralità della figura e della determinazione dell’individuo. Infatti non dimentichiamoci che non esistono la Vita e la Morte come nel mondo dei tarocchi, ma persone che nascono, concepiscono e muoiono.
Per l’etica cattolica la vita è tale dall’incontro dei gameti, ne consegue che ogni atto che interrompe in qualsiasi momento questo continuum di sviluppo è da considerarsi interruzione della vita e quindi non accettabile. La chiesa Valdese ha tenuto in considerazione l’autodeterminazione dei futuri genitori, sui quali, pesano sia il condizionamento religioso che la determinazione professionale ed ideologica dei medici (ginecologo per la gravidanza, neonatologo in caso di parto gravemente prematuro). Questa parte mi vede lacerato, in quanto se personalmente non ho mai considerato l’aborto in nessuna evenienza anche patologica, salvo pericolo di vita per mia moglie, dall’altro faccio più fatica del necessario a riconoscere agli altri questa facoltà, questa libertà. Un documento valdese mette coraggiosamente l’accento non solo sulla vita ma anche sulla qualità della vita, e questo riguarda anche la nascita. Un feto di 24-25 settimane, destinato “secondo natura” alla morte certa fino a pochi anni fa, ora può sperare non solo di sopravvivere ma anche di non avere sequele, sempre presenti ma sempre percentualmente meno importanti. Non altrettanto si può dire per le 22 e le 23 settimane, dove mortalità ed esiti neurologici devastanti sono pressoché inevitabili. Il dilemma è “va rianimato o tenuto in vita un feto di 23 settimane sapendo questà realtà?” Il punto di vista valdese, citerò le fonti che ora non ricordo, oltreche a far partecipi della decisione i genitori correttamente informati, è che risorse umane e finanziarie e temporali sarebbero state meglio spese per salvare bimbi potenzialmente sanissimi dalla morte per fame nel terzo mondo. Aggiungo io, anche magari impiegando un po’ di ricchezze vaticane, senza scomodare i grassi vescovi alla mistero buffo di Zeppelin.
Totalmente in disaccordo le due confessioni anche per il tema di fine vita e testamento biologico, di cui straziante esempio fu il caso Eliana Englaro in cui fu ignorato completamente il tema della qualità della vita e della determinazione della volontà del padre. Su questo punto l’ottusità della Chiesa e lo squallido opportunismo dei politici ha toccato il fondo a mio avviso.
Omossessualità: non è civile impedire alle coppie omossessuali di legalizzare la propria unione.
Gli omosessuali esistono e amano. La pedofilia ahime ha visto più colpevoli eterossessuali (parenti della vittima in primis) e sacerdoti per infangare gli omosessuali con questo sospetto. Idem per la promiscuità (vero On. Mele?). Non possiamo chiedere ai preti di sposarli in Chiesa, (e d’altronde perchè dovrebbero santificare la propria unione presso chi li disprezza?) ma una società civile non può far finta che queste unioni non esistano.
Ho letto il termine “ contro natura”: questo termine è una contraddizione in termini, perché se una cosa esiste di fatto è perché la natura lo permette. La stessa natura che non consente di vivere ai feti di 22 settimane o a Eliana senza macchinari. Qui si che si forza la mano alla natura, allora.
La natura però saggiamente non consente alle coppie omosessuali di avere figli, e su questo anch’io sono d’accordo. Per carità, senza i rapporti alterati che caratterizzano molte famiglie (o meglio tutte, chi più chi meno chi troppo) non esisterebbe la psichiatria. Esistono pessimi padri e pessime madri eterosessuali (trascuratezza, violenza fisisa-sessuale, violenza psicologica, abbandono…..), ma voglio pensare che queste siano situazioni anomale, non consuete, devianti dal normale rapporto interfamigliare. Una coppia gay invece è plausibile affettivamente ma non a mio avviso come coppia genitoriale. Non almeno nella società di oggi, 50 anni fa i figli di coppie interrazziali erano malvisti, oggi tollerati, magari in futuro sarà così, oggi no, nessuno mi toglie dalla mente la possibile derisione di questi bambini da parte dei loro coetanei. Gay si nasce, non si diventa per imitazione dei genitori o per traumi psicologici, quindi una coppia gay non alleverebbe un gay in erba; però, un bambino ha diciamo il 5% di probabilità di essere a sua volta omosessuale, quindi avrebbe un orientamento sessuale che contrasta con quello dei genitori, insomma avrebbe un modello “sbagliato”.
"Dio li creò maschio e femmina" è da intendersi come un catalogo di tipi, non una esclusione del terzo sesso nè tantomeno una indicazione sull'accoppiamento, altrimenti anche non accoppiarsi affatto non sarebbe previsto. Se poi siamo all'interpretazione letterale della Bibbia, allora la storia della costola è francamente imbarazzante, cerchiamo di andare oltre.
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massimo61 on 30 Aug 2010, 14:13, edited 1 time in total.
Pazza Inter Amala!