A volte capita di sbagliare nel giudicare un artista o, come in questo caso, un gruppo.
Di abbagli indubbiamente ne ho presi ... tanto per citare quelli che mi vengono in mente per primi direi "Wish you were here" dei Floyd, che al primo ascolto mi parve una ciofeca di proporzioni galattiche ( ) tanto che mi spinsi fino al punto di liberarmi dell'album (poi riacquistato); oppure "In absentia" dei Porcupine Tree, di cui scrissi peste e corna, salvo poi rivalutarlo tantissimo solo qualche settimana dopo.
Ed ora è il turno dei Timoria.
La prima volta che sentìi Renga cantare fu a Sanremo del 2001 (o 2002, ora non ricordo) e lo classificai come cantante melodico italiano dotato di una voce notevole, ma niente di più. Una specie di Al Bano o Morandi di nuova generazione.
<PARENTESI> Forse troverete strano che un appassionato di Rock non sapesse nulla dell'esistenza dei Timoria, ma c'è una spiegazione: nel periodo 1993-2000 aderìi (purtroppo) ad uno dei cosiddetti "movimenti del potenziale umano" https://it.wikipedia.org/wiki/Movimenti_del_potenziale_umano con l'obiettivo di risolvere alcuni grossi problemi famigliari, per cui quel periodo per me è rimasto quasi equivalente ad un black out.
Di tutta questa storia potrei scrivere un libro, e non è detto che un giorno non lo farò, ma qui preferisco non entrare troppo nello specifico se non per dire che fu sicuramente l'errore più grosso commesso nella mia vita, da cui solo negli ultimi anni sono riuscito a riprendermi. In quell'arco di tempo quindi abbandonai tutto, musica inclusa (il che è paradossale perchè all'interno del movimento ebbi modo di conoscere anche alcuni musicisti pop, jazz e persino progressive piuttosto noti, ma il ruolo che avevo non mi permetteva di dedicare tempo ai miei interessi) e smisi di suonare e di comporre canzoni.</PARENTESI>
Ebbi poi modo nei primi anni 2000 di ascoltare super frettolosamente "Viaggio senza vento" dei Timoria (una cosa tipo 20 secondi per traccia, saltando da un brano all'altro) e ne ebbi una cattiva impressione, pensando erroneamente che i Timoria fossero stati il gruppo di Renga così come Nico e Gabbiani erano stati il gruppo di Nico!
Nell'equazione però mi mancava il fattore Pedrini, la mente dei Timoria, il Ian Anderson del gruppo.
Dopo che qui sul forum - in risposta alla mia affermazione di trovarli sopravvalutati - mi era stato fatto presente che i Timoria hanno rappresentato
un capitolo assai importante del rock italiano, sono andato a controllare per vedere se nel caso mi fossi sbagliato.
Ebbene ascoltando l'album "2020 Speedball" mi si è aperto un mondo.
Dopo aver sentito Renga cantare cose tipo "Speedball" o "Europa 3" che ci presentano da una parte chitarre quasi metal e dall'altra richiami floydiani
https://youtu.be/LvrUYIsCWFA
https://youtu.be/8c71MwVCCWs
devo dire che questo album è tra le cose più emozionanti che band italiana abbia mai prodotto.
Li trovo pari, se non addirittura superiori, ai migliori Litfiba (quelli di "17 re") e mi sto apprestando ad ascoltare anche gli altri due album che - a quanto leggo - dicono siano i migliori della band: "Viaggio senza vento" e "El Topo Grand Hotel".
Ho letto anche un po' della loro storia, dei litigi, della loro fine, e anche della sfiga che in seguito ha colpito Pedrini e Pellegrini.
Fortunatamente sono entrambi qui a potercela raccontare.
Se i gravissimi problemi di salute di Pedrini possono spiegare il suo cambio di direzione musicale, resta invece incomprensibile l'involuzione di Renga che da cantante degno di figurare tra le migliori voci rock a livello internazionale ha scelto di passare nella categoria dei Toto Cutugno, Al Bano e Morandi.
L'esuberante Pino Scotto sintetizza così questa scelta
https://youtu.be/B1oT_woZxX8
"Un talento buttato nel cesso"