Giovani e Genesis

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Re: Giovani e Genesis

Postby enrico » 09 Oct 2016, 11:46

Thomas Eiselberg wrote:Ciao Enrico, io sono solo qualche anno più vecchio di te, benvenuto [;)]

Bella estimonianza, sei la dimostrazione che ci sono ancora giovani interessati ad andare "oltre le stagnanti forme musicali" (cit.)

Anche io credevo che i Genesis fossero sostanzialmente Collins, poi ti immergi nella loro discografia e ti si apre un mondo. Se sei un fan dei Genesis con Gabriel ti consiglio di approfondire (se non lo hai già fatto) la carriera solista di Steve Hackett: troverai tantissime cose pregevolissime e vicine, come stile, al gruppo e un musicista capace anche ai giorni nostri di sfornare musica progressive di qualità [;)]

Se hai bisogno di consigli, chiarimenti, suggerimenti...



grazie del benvenuto e della disponibilità

tempo fa ho ascoltato qualcosa di Voyage of the acolyte apprezzandolo molto, approfondirò Hackett [:)]
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Re: Giovani e Genesis

Postby vise60 » 09 Oct 2016, 14:13

Ciao Enrico e benvenuto [;)]
Anch'io ero giovane quando ascoltai per la prima volta Wind & Wuthering appena dato alle stampe... quando piace qualcosa l'eta' non conta [;)]
Fai con calma, prenditi tempo, metabolizza ,ti renderai conto che anche a distanza di anni tanti brani dei Genesis li riascolterai sempre volentieri o almeno questo e' l'effetto che fanno a me
Il repertorio,compreso carriere solistiche,e' considerevole e variegato con i vari componenti che man mano hanno preso strade differenti tra loro
Oltre Hackett come gia' Thomas ha accennato ti consiglio,qualora non li avessi ancora ascoltati,i primi lavori di Banks - A Curious Feeling e di Rutherford - Smallcreep's Day mi raccomando rigorosamente in vinile [;)] [;)] alle fiere del disco in giro per l'Italia li troverai a prezzi molto contenuti
Buon ascolto e ciao
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Re: Giovani e Genesis

Postby highinfidelity » 10 Oct 2016, 08:05

Ciao Enrico, benvenuto!!! Anch'io ho solo qualche anno piu' di te... [:---(]

Va beh dai, dipende da quanto si intende con "qualche"... [I8)]

Fa sempre piacere leggere di come il messaggio sonoro dei Genesis continui a colpire i ragazzi di mente aperta. Nonostante gli anni passino, la loro musica e' ormai diventata un classico mai superato, come i migliori standard jazz. Trovo la tua definizione di rinascimento musicale particolarmente indovinata, soprattutto in questi ultimi lustri in cui tutto cio' che abbia una minima venatura culturale e di qualita' sembra dialogare col passato (o proviene direttamente dal passato).

Thomas ti ha dato un ottimo consiglio, a cui mi sento di aggiungere i primi dischi solisti di Anthony Phillips, o almeno il primo The Geese And The Ghost: ti stupirai di quanto genesisiano sia! Altrettanto imperdibili il primo disco solista di Mike Rutherford (Smallcreep's Day) ed il primo di Tony Banks (A Curious Feeling), entrambi capolavori assoluti del rock progressivo.
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Re: Giovani e Genesis

Postby enrico » 12 Oct 2016, 11:22

grazie ancora per il calorosissimo benvenuto [:)] e dei consigli, non avevo mai pensato a considerare Philips (o almeno non ancora), e non pensavo avessero qualcosa di prog i lavori solistici di Banks e Rutherford (temevo i loro fossero tutti album nello stile di IT)
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Re: Giovani e Genesis

Postby chvfrc » 12 Oct 2016, 12:54

enrico wrote:firth of fifth,... l'introduzione al pianoforte mi colpì immediatamente, non mi era nuova, non so dove ma l'avevo già ascoltata

come stacchetto di un festival di Sanremo di qualche anno fa [:D]
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Re: Giovani e Genesis

Postby Thomas Eiselberg » 12 Oct 2016, 19:13

enrico wrote:grazie ancora per il calorosissimo benvenuto [:)] e dei consigli, non avevo mai pensato a considerare Philips (o almeno non ancora), e non pensavo avessero qualcosa di prog i lavori solistici di Banks e Rutherford (temevo i loro fossero tutti album nello stile di IT)


Phillips ha pubblicato una miriade di album, la maggior parte dei quali appartengono ad un genere molto ricercato e "pastorale" (quasi tutti strumentali e per sola chitarra, a volte con l'aggiunta delle tastiere). Non è affatto musica "semplice", tuttavia ha pubblicato anche lui album pregevoli e vicini allo stile dei Genesis (soprattutto il primo, "The Geese and the Ghost" che vede la partecipazione di Phil Collins e Mike Rutherford e "Wise after the event", anch'esso interessante anche se alla voce Ant non è che se la cavi benissimo [:D] ). Per quanto riguarda il resto dei lavori migliori, invece, deve piacere un certo tipo di prog: "1984" è un concept strumentale composto da due suite di carattere elettronico (ricorda certe cose di Mike Oldfield), Tarka è invece un album "classico", "Slow Dance" (per me il suo migliore dopo "The Geese and the Ghost") è invece un ibrido tra i due: a tratti elettronico a tratti "classico". Il resto secondo me è (a parte qualcosina qua e la) troppo troppo di nicchia.

Banks e Rutherford invece hanno pubblicato due album d'esordio entrambi molto progressivi per poi allontanarsi totalmente dal genere: se Rutherford si è dato totalmente al pop con i suoi Mechanics, Banks ha continuato a sfornare qualche brano prog e interessante in album dove però il pop la faceva da padrone.
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Re: Giovani e Genesis

Postby highinfidelity » 13 Oct 2016, 08:46

Poco da aggiungere a quanto gia' enucleato da Thomas...

Tony Banks - A Curious Feeling - Album concept e ultraprogressìvo, secondo molti di gran lunga migliore di tante cose fatte dai Genesis assieme (e come non essere d'accordo...). Il suono e' stupendo, con una timbrica mista di piano elettroacustico Yamaha CP-80 e di organo Hammond filtrato attraverso un phaser (un'invenzione di Banks, e sua autentica "firma" su molti dischi a cavallo tra '70 ed '80). Purtroppo Banks non si ripetera', se non a sprazzi qui' e li', e gia' il secondo disco (The Fugitive) e' una raccolta di canzoni realizzate prevalentemente con sequencer e sintetizzatori. Secondo molti e' immondizia pura, secondo me no (molte canzoni apparentemente semplici contengono in realta' figure ritmiche dispari e accordi politonali, e inoltre il disco annovera una tra le canzoni soliste di Banks per me piu' degne di nota: Man Of Spells) ma ovviamente non ti consiglio di acquistarlo ora, esplorerai la discografia successiva di Bansk piu' avanti, se sarai fortemente motivato a farlo. Naturalmente puoi aprire discussioni nella sezione su Tony Banks per chiedere pareri, consigli e opinioni. [;)]

Mike Rutherford - Smallcreep's Day - Altro album bellissimo e molto progressivo, con un lato concept assolutamente imperdibile, mentre l'altro lato contiene canzoni un po' disomogenee ma comunque apprezzabili e sempre di spirito abbastanza progressìvo. Purtroppo anche Rutherford non si ripetera', anzi il suo allontanamento dal progressive sara' ancor piu' marcato ed assoluto di quello di Banks (sebbene a differenza di Banks, che restera' con suo grandissimo scorno un musicista di nicchia, a Rutherford arridera' un successo clamoroso).

Anthony Phillips - The Geese And The Ghost - Album considerato unanimemente un capolavoro assoluto del progressive sinfonico e pastorale (mai letta una recensione negativa!), molto molto genesisiano anche perche', come gia' ricordato, ci suonano e cantano anche Rutherford e Collins. Non si puo' non averlo. Se ti piacera', io mi sento di consigliarti a scatola chiusa anche Wise After The Event (bellissimo), e Sides (soprattutto per l'imperdibile secondo lato; il primo lato contiene canzoni scritte OBTORTO COLLO per soddisfare le richieste della casa discografica di Ant, ma comunque non sono da buttare, anzi!). 1984 a me piace tantissimo ma, come gia' detto da Thomas, e' di un altro genere, una sorta di progressive elettronico solo strumentale che ricorda davvero molte cose di Oldfield. Comunque in generale, secondo me, non si puo' non voler bene ad Ant: un musicista colto e raffinato, condannato ad un ruolo di nicchia dalla sua complessa intellettualita', dalla sua timidezza e dalla sua paura del palcoscenico (dopo i Genesis, come forse hai gia' letto, non si e' mai piu' esibito dal vivo). Ma soprattutto un musicista onesto, che non ti prende mai per i fondelli. Gli album successivi a quelli menzionati sono spesso "a tema", per esempio per sola chitarra classica (Antiques), per solo pianoforte (Ivory Moon), per sola chitarra a dodici corde (Twelve). Non ce n'e' nessuno che non sia interessante e spesso il contenuto concettuale e' elevatissimo, pero' ovviamente l'acquisto va valutato caso per caso perche' potrebbe non incontrare i tuoi gusti o risultare troppo ostico. [O:-)]
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Re: Giovani e Genesis

Postby 11mo Conte di Mar » 13 Oct 2016, 11:20

Ok, ok, basta.
Abbassate le luci, spegnete la fanfara e silenziate quei violini.
E ripulite il pavimento da tutti questi petali di rosa.
Ciao Enrico e benvenuto. Anch’ io mi ritrovo abbastanza in quello che scrivi, nella maniera, se vogliamo, abbastanza classica di venire in contatto con il mondo dei Genesis.
Ma ti metto in guardia, questo è un sito dedicato, qui molte cose rischiano di essere viste con la lente di ingrandimento.
Sono quasi 35 anni che li ascolto e i miei album preferiti sono più o meno sempre gli stessi da 25 anni, e anche tu col passare degli anni elaborerai una tua graduatoria.
A volte capita però, con la stima e l’affetto che contraddistingue i fans, di vedere oro laddove c’ è latta e i Genesis latta, ahimè, ne hanno fatta (rima involontaria…).
Mi riferisco soprattutto ai dischi delle relative carriere soliste e alla tendenza ad ascrivere certi lavori, pur di ottimo livello (alcuni), tra i capolavori del prog, in senso allargato.
Nello specifico se è vero che Steve hackett, quello che in assoluto non si è mai discostato dal progressive anche nella sua 40nnale carriera in proprio diede alle stampe nel 1975 Voyage of the Acolyte il più genesisiano degli album non Genesis, un lavoro stupendo che mostra la sensibilità del chitarrista, è altrettanto vero che dopo questo Hackett spara altri 3 o 4 colpi a segno ( non allo stesso livello del primo) per poi finire dai famigerati anni ’80 in poi a proporre sempre le stesse cose. Io mi sono approcciato alla sua vasta discografia a macchia di leopardo riscontrando indubbia coerenza nella proposta. Ma nel lungo termine la coerenza diventa prigionia. Forse.
Ant Phillips con la sua discografia ancor più sterminata ha esordito con l’ ottimo The geese and the ghost, il lato più bucolico del prog, acustico e più britannico della union Jack. Prima di perdersi in volumi di library music (ma che ca##’è…?) e una sorta di ambient acustica provò a discostarsi dal prog con Wise after the event e poi dal poppeggiante Sides amatissimi dai (pochi) cultori ma che oggettivamente non lasciano traccia. Due guizzi inaspettati a cavallo degli anni ’90 con Tarka e la bellissima suite classic ambient elettronica “Slow Dance” - per chi scrive il suo climax. Poi il restante 80% della produzione è roba da masochisti.
Il buon Pluto (Rutherford) sorprende tutti con Smalcreeep’s day, l’album d’ esordio, valido oltre le aspettative, per poi perdersi nel pop, non esaltante ma onesto, dei Meccanici. Per chi piace. Beggars on a beach of gold è comunque un godibilissimo album pop.
Tony Banks compositore di genio si sa che ha, volontariamente o meno, riservato il meglio della sua produzione per il gruppo. Giocatore di squadra se ce n’è uno, a patto di esserne il capitano… Anche lui parte col botto, oddio … petardo va... A curious feeling è il suo migliore pur scontando di essere troppo keyboard oriented, disco da avere nel coacervo delle cose migliori dei singoli membri ma non andrei oltre. Il resto oggettivamente, tolto qualche colpo di classe (Another Murder of a day, An island in the darkness e poco altro), è un tentativo infelice di ricerca del successo, che in diversa misura i compagni hanno raggiunto. Tentativo durato poco prima di rassegnarsi a rimanere ai margini del mercato discografico quando non in casacca Genesis.
Il corso prog tra i Genesis solisti si esaurisce qui.
Hackett continua a sfornare progressive ma da tempo replica se stesso se non i Genesis stessi. I primi album sono da avere e Voyage probabilmente merita di stare tra i capisaldi del genere.
The geese di Ant a fatica posso farcelo entrare, ma i due album d’ esordio di Banks e Rutherford, pur validi sono da avere parlando tra fans dei Genesis. Ma in ambito prog anche negli ultimi anni c’è molto di meglio e comunque li ritengo qualitativamente al di sotto di tutta la discografia del gruppo almeno fino a Duke.
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Re: Giovani e Genesis

Postby Thomas Eiselberg » 13 Oct 2016, 19:09

Su Banks e Phillips a grandi linee concordo, su Hackett non tanto, soprattutto in merito a questo passo

11mo Conte di Mar wrote:Ok, ok, basta.
è altrettanto vero che dopo questo Hackett spara altri 3 o 4 colpi a segno ( non allo stesso livello del primo) per poi finire dai famigerati anni ’80 in poi a proporre sempre le stesse cose. Io mi sono approcciato alla sua vasta discografia a macchia di leopardo riscontrando indubbia coerenza nella proposta. Ma nel lungo termine la coerenza diventa prigionia. Forse.


Dire che Hackett dagli anni '80 in poi ha finito per ripetersi non è esatto: Hackett proprio con gli anni '80 sembra smarrire la strada e cercare di fare altro (Cured è un album pop,'Till we have faces è un album di "world music", altri album sono solo di musica classica...), musica poco "coerente" con il suo stile per l'appunto, è sul finire degli anni '90 che ricomincia invece a fare quello che sa fare meglio: il prog. Non a caso gli ultimi album sono giudicati da buona parte della critica tra i suoi migliori, proprio perchè coerenti col suo stile musicale, allo stesso modo quasi unanimemente i suoi album anni '80 sono giudicati i suoi peggiori: troppi stili diversi, troppo "minestrone", troppi flirt con generi di più facile consumo (sfido io a sentire 'till we have faces e Out of the tunnel mouth e dire che sono dello stesso artista, a favore del secondo naturalmente [:D] ).
Il fatto insomma che sia ormai tornato stabilmente al prog non può che essere un bene, non lo avesse fatto sarebbe un artista finito, oggi invece riesce a sfornare grande musica e soprattutto riconoscibilissima (replica se stesso come lo fa qualsiasi altro artista), poi che possa non piacere a tutti ci sta [;)]
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Re: Giovani e Genesis

Postby highinfidelity » 14 Oct 2016, 07:17

Si', in effetti si fa proprio un po' fatica a sostanziare la tesi che Hackett "proponga sempre le stesse cose"... Io addirittura negli anni '80 ho smesso di seguirlo per un lunghissimo periodo proprio perche' non capivo piu' che direzione volesse prendere; ho impiegato un bel po' a "riconciliarmi" con lui. Bada bene che lo considero un aspetto negativo della sua carriera (tutto questo divagare a me non piaceva), pero' oggettivamente non ha fatto dischi-fotocopia, anzi e' vero proprio il contrario. Per inciso, oltre ai vari generi gia' ricordati da Thomas, ha fatto pure un album di solo blues all'americana (Blues With A Feeling, che ovviamente non ho comprato). Anche proprio solo nell'uso della voce, tra alcuni dei suoi album c'e' una distanza siderale: se si ascoltano in sequenza Matilda Smith Williams Home For The Aged e poi Love Song To A Vampire si stenta a credere che sia la voce della stessa persona.

Per tutto il resto, a parte il fatto che a te non piace molto Anthony Phillips (per carita': gusti tuoi insindacabili [/:-|] ), non mi pare che quanto hai scritto differisca molto da quanto scritto da noi in precedenza. [:-I] Cito: <<Purtroppo Banks non si ripetera' [...]>>; <<Purtroppo anche Rutherford non si ripetera' [...]>>; <<[...] l'acquisto va valutato caso per caso perche' potrebbe non incontrare i tuoi gusti [...]>>. Non mi sembrano passaggi agiografici... [:-I]
<< Conoscete voi spettacolo più ridicolo di venti uomini che s'accaniscono a raddoppiare il miagolìo di un violino? >>
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Re: Giovani e Genesis

Postby 11mo Conte di Mar » 14 Oct 2016, 09:59

Nel pieno rispetto dei gusti e delle opinioni personali.
Volevo evidenziare che citare i primi album solisti di Banks e Rutherford tra i
capolavori assoluti del prog in un forum dedicato ai Genesis offre una chiave interpretativa abbastanza ovvia.

Sul piano didascalico è giustissima la puntualizzazione cronologica sull' opera omnia di Hackett che, al di là delle deviazioni nel corso di una carriera sconfinata rimane ancorato al prog.
Che di per sé non è una colpa ma certamente ha un passato molto pesante da portarsi dietro.
Il problema, che assilla un po' tutti gli artisti citati, è che ha sparato il meglio tutto subito.
Non a caso anche nel 2016 il 70% del repertorio proposto in concerto verte su Genesis e i lavori fino ai primi anni '80.
Forse il primo ad essere consapevole di non aver lasciato il segno negli ultimi 30 anni è lui stesso.
Parlandoci chiaro: con gli Yes avviene la stessa cosa.
Questo intendo con prigionia, la mancanza di coraggio di proporre qualcosa che la gente non si aspetta.
Ma è altrettanto vero che se non eseguisse quei 5 o 6 brani dei Genesis e due o 3 classici tra cui Spectral mornings probabilmente suonerebbe nei pub come Ray Wilson.

I marillion potrebbero giocare sul sicuro proponendo il repertorio fish. Dal quale attingono poco o niente.
E per anni Misplaced Childhood non è stato nemmeno proposto. Stessa cosa fanno Steven Wilson, IQ e altri.
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Re: Giovani e Genesis

Postby Thomas Eiselberg » 14 Oct 2016, 11:31

11mo Conte di Mar wrote:Non a caso anche nel 2016 il 70% del repertorio proposto in concerto verte su Genesis e i lavori fino ai primi anni '80.
Forse il primo ad essere consapevole di non aver lasciato il segno negli ultimi 30 anni è lui stesso.


Beh, dipende, è vero che negli ultimissimi anni ha riproposto molto dei Genesis e della sua carriera solista, questo più che altro come conseguenza dell'uscita (e del consenso riscontrato) di Genesis Revisited 2, ma Hackett ha sempre riservato molto spazio alle sue composizioni soliste, forse solo "Beyond The Shrouded Horizon" è stato un po' trascurato, ma per quanto riguarda "Out of the Tunnel's Mouth", "To Watch the Storms"...buona parte dei pezzi li proponeva dal vivo. Poi è ovvio che i live durando più degli album in questione e dovendo pur campare ( [:D] ) lui abbia sempre proposto anche molti pezzi "vecchi" ma dopo quasi ogni album ha sempre suonato buona parte dei pezzi "nuovi". Basta prendere la scaletta di due concerti (usciti in dvd) a caso e vedere quanti pezzi "nuovi" ci sono:

Live Rails:

Fire on the Moon
Fire on the Moon
Ghost in the Glass
Tubehead
Sleepers
Still Waters

Di fatto 6 pezzi su 8 da Out of the tunnel's mouth, certo poi ci sono anche pezzi molto più "Vecchi" naturalmente.

Once above a time:

Mechanical Bride
The Circus Of Becoming
Frozen Statues
Serpentine Song
Brand New
If You Can't Find Heaven

Anche qui almeno 6-7 pezzi dall'album che era appena uscito.

Insomma il discorso vale solo per gli ultimi 3-4 anni, dopo l'uscita di Genesis Revisited 2, per il resto si parla di uno che ha sempre proposto materiale nuovo, a volte con qualche chicca: "If You Can't Find Heaven" che lui suonava dal vivo diventò poi "A Dark Night in Toytown" dell'album successivo. [;)]

11mo Conte di Mar wrote:I marillion potrebbero giocare sul sicuro proponendo il repertorio fish. Dal quale attingono poco o niente.
E per anni Misplaced Childhood non è stato nemmeno proposto. Stessa cosa fanno Steven Wilson, IQ e altri.


Qui in realtà il discorso è molto più complesso e per certi versi simile ai Genesis di Collins: non hanno mai riproposto il repertorio Fish perchè avevano "paura" di scontrarsi col passato e soprattutto non erano in buoni rapporti con Fish. Hogarth il repertorio più "vecchio" lo ha sempre evitato, sia perchè ad Hogarth quei pezzi non piacevano, sia perchè non erano nelle sue corde, sia perchè c'erano tensioni tra Fish e il suo ex gruppo. Negli ultimi anni, complice un riavvicinamento tra le parti in causa, hanno ricominciato a riproporre anche il repertorio fishano", ma sempre col contagocce (appunto perchè Hogarth in quei pezzi è un "pesce fuor d'acqua [:D] ), però i pezzi vecchi composti con Hogarth al timone li hanno sempre riproposti [;)]
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