Già dieci anni… da quel 14 luglio a Roma.
Il 19 maggio scorso erano 30 anni dalla prima volta, allo stadio San Siro di Milano per l’ invisible touch tour… in una giornata in cui giove pluvio pareva riversare su tutta la pianura padana, da Bologna a Milano catinelle d’acqua, per poi esaurirla (per fortuna) poco prima dell’ intro di Mama… il concerto fu aperto da Paul Young…
Domani saranno 25 anni dal concerto di Nizza allo Stade de L’ouest, in recupero per la data di Torino annullata all’ ultimo momento. Il concerto dei nostri, a mio modesto avviso, col maggior “tiro”…
Volendo il prossimo febbraio saranno venti candeline dalla discesa in terra italica della versione GIII con Ray Wilson, sembra ieri, che come è noto io ritengo un side project e niente più…
Un mese fa 10 anni dal concerto di Berna (anche lì la pioggia… ma stavolta durante il concerto e dopo) e poi quel sabato 14 luglio al circo massimo.
Io e il mio amico Sergio, sempre al mio fianco in queste trasferte, partimmo alle 6 del mattino da casa, caricammo 2 biciclette sul suo monovolume, arrivammo a Roma verso le 11 e parcheggiammo a Villa Borghese. Inforcammo le bici e un po’ fantozzianamente ci dirigemmo, sotto la mia guida verso il luogo del concerto seguendo pedissequamente la comoda pista ciclabile, la cui mappa mi ero stampato dal web, che da Villa borghese ci avrebbe condotto direttamente sotto il palco dei Genesis.
Peccato, lo imparammo solo quel giorno, che questa pista ciclabile era solo un progetto, un’ idea, la proposta di uno stramaledetto sito che trattava di urbanistica della capitale ma che nulla aveva di ufficiale e io c’ero caduto con tutte le scarpe.
Niente ciclabile, tutto il traffico romano solo per noi, minuto per minuto. La differenza che passa tra il traffico di una città come Bologna e una metropoli come Roma la capisci esattamente in quel momento.
Ma alla fine, tra spaventi, sfanculamenti, fumo, polvere e sudore, all’altezza del ponte dell’ isola Tiberina scorgemmo spuntare tra i pini le torri del circo Genesisiano.
Era mezzogiorno, un caldo pazzesco, già alcune decine di temerari e irriducibili brancolavano nel prato non si sa se in preda all’ attesa oppure ai colpi di calore.
Ci sistemammo all’ ombra sulla sponda a dx del palco e finimmo per rimanere in quella posizione per tutto il concerto.
Che fu emozionante. Certo più lento, abbassato di tonalità, lo scazzo di Tony in FOF… ma la location, la moltitudine di persone a perdita d’occhio, indubbiamente per il 70% occasionali, e l’idea che potesse essere il colpo di coda hanno reso quel concerto immortale.
Ricordo a fine spettacolo il polverone che quella massa umana sollevò in mezzo al quale, nel caldo soffocante, recuperammo le bici. La mia, un residuato degli anni ’70, tutto sommato in relazione con la musica dei Genesis, la ritrovai con un copertone squarciato… Ritornammo alle macchine, per lo più con la bici a mano e ridotti come barboni, dopo quasi due ore di pellegrinaggio nella Roma by night. Ricordo un chiosco di grattacheccaro che mi ammollò una mezza minerale gassata a 3 euri.
Te possino…