Tendo a ripetermi su questo personaggio.
Ma per me continua a non sbagliare un colpo nonostante lo stakanovismo di cui è preda.
Notti insonni, niente famiglia e probabilmente una vita sessuale degna di un mammuth congelato nei ghiacci polari...
ma se i risultati sono questi, ben venga.
To the Bone è ancora meglio del precedente.
Impostazione pop anni '80, wilsonizzata grazie a Dio, brani che spaccano.
La title track è un inizio col botto, il duetto di Pariah ricorda invero il Gabriel di Don't give up (ho detto ricorda...), Refuge è spettacolo.
Ma anche i due brani veloci, People who eat darkness, same asylum as before mi piacciono pur nella loro immediatezza.
Song for unborn e song of I.
bello, bello