by rikk » 06 Nov 2008, 06:13
Lo spettacolo si è svolto nel "ridotto" del PalaBam.......pochi biglietti venduti?
Aprono (non previsti) i The Watch. Eseguono tre pezzi loro e Going Out To Get You (versione live).
Dei tre pezzi loro conoscevo solo DNAlien. Non sono un amante di quelle atmosfere, trovo che manchi a volte un filo conduttore ben evidente e spesso vengono proposte sequenze di accordi gotic/dark che non rientrano nei miei gusti (per fare un esempio suonate in sequenza un si minore ed un mi maggiore).
Il pubblico ascolta interessato e composto. In effetti il gruppo suona bene, seppure penalizzato nei suoni della batteria (rullante bruttissimo).
GOTGTY eseguita molto bene e molto apprezzata.
Complimenti ed auguri per la prossima tournèe in Europa.
I Mus Box suonano benissimo e sono molto, molto bravi.
Pagherei volentieri pegno per poter suonare a quel livello.
Mica sempre, anche una volta sola.
Tuttavia, non sono perfetti ed in questo spettacolo c'è forse qualcosa da dire in più rispetto al passato.
Come sempre si può dibattere sulla scelta di proporre ( o cercare di) le versioni "del disco". Personalmente preferirei di sentir riproposto il concerto così come lo eseguivano i Genesis.
Dance On a Volcano: eseguita molto bene
Lamb Stew: intro di piano lentino, in stile The Lamb, il resto bene
Cinema Show: bellissima la prima parte a tre chitarre, poco incisiva (lenta ma soprattutto con poco "drive") la parte strumentale. Niente a che vedere con la versione di Sec Out (presa dal tour del 76). Come al solito il pro soloist ad un certo punto suona in duofonia, cosa impossibile per lo strumento (ci sarà un trucchetto....harmonizer o altro). Comunque, tutto molto preciso.
Robbery: forse uno dei pezzi più difficili da suonare. I Box la eseguono molto bene, con un paio di incidenti. Discutibile la scelta di usare il fraseggio "staccato" in un piccolo frammento del solo di synth (Banks lo faceva in "legato")
White Mountain: parlerò del taurus II più avanti
Firth: intro di piano lento ma molto ben eseguito, nitido, preciso. Discutibile la scelta di usare un flauto "mellotronico" anzichè l'originale (del 76) chitarra+piano RMI. L'avvicinamento al solo di tastiere principale suonato a ritmo di marcetta rischia di rovinare il pezzo. Il resto fila via liscio, nella migliore tradizione.
Entangled: forse il pezzo più bello. Da dove vengano i crescendo di mellotron, finchè il clone-Banks suona la chitarra, non si sa.
Squonk: magari suonata più energicamente viene meglio......però nel 76 anche i G non spingevano troppo.
Supper's Ready: applausi a scena aperta tributati più volte. Solo piccolezze gli appunti sulla trascrizioone delle parti (specie nei 9/8). Un pò fastidioso ed eccessivo l'effetto del Leslie in New Jerusalem, mellotron sotto tono. L'esecuzione è più da 1974 che da 76.
nel finale, il bassista litiga un pò con il taurus II.
I Know What I Like: ovviamente non eseguita la versione "studiata" dell'improvvisazione. Risulta un pò stucchevole nella parte strumentale (lo era anche quella degli originali nelle serate no, IMHO)
It/Watcher: và.
I Mus Box si confermano band solida e preparata. Lasciamo perdere i discorsi sull'autenticità degli strumenti vintage. Il piano RMI è una master keyboard e probabilmente anche il mellotron è campionato (ci sono i soliti sampler yamaha nel rack del tastierista). Il bassista usa un taurus II che suona molto pernacchioso. Il confronto con il taurus I (quello che usavano praticamente tutti) che è in dotazione al chitarrista è impietoso. Sono d'accordo sull'uso del taurus II per i tour precedenti (dove trovare il Dewtron bass pedals?), ma la riproposizione del tour del 76 necessita di QUELLO strumento.
Manca anche il rullante di Bruford.....viene usato un rullante dal suono "convenzionale". In genere il suono è un pò chiuso, a volte impastato e mancano "i bassi che li senti nella pancia". Non manca invece il volume. Sicuramente è proprio una scelta. nei Bootleg 8quelli registarti bene), il suono è diverso. A volte si ha l'impressione che l'equalizzazione cambi sensibilmente tra un pezzo e l'altro. Di sicuro la cosa è possibile visto che che i Box sono dotati di un mixer digitale (che memorizza più "scene" presettate e richiamabili all'istante).
Lo spettacolo è meno teatrale dei precedenti, più easy, ma non certo meno studiato dal punto di vista delle luci.
Con soli quattro colori (blu, verde, rosso, giallo), un laser, un pò di fumo ed un paio di "bigoli" gonfiabili, i Genesis seppero offrire uno spettacolo molto godibile, anche sotto il profilo visivo.
I Box lo replicano, rendendo molto bene quello che doveva essere lo spettacolo originale.
Volutamente, mi sono posizionato abbastanza lontano dal palco, in modo tale da non notare il trucco necessario a "rifare" Collins o Banks ed il necessario "cambio di persona" tra il Collins cantante ed il Collins batterista.
Ho speso volentieri i quasi €29 di biglietto.