Ender wrote:L'ho letto e se parte bene arriva maluccio. Lo dico per un paio di motivi: anzitutto mi aspettavo un maggior numero di dettagli sull'esperienza con i Genesis e sulla formazione dei vari brani (e magari dettagli sulla vita in tour con i Genesis).
In secondo luogo da una parte il Nostro inizia con una storia ricca di dettagli e informazioni, ma verso la fine condensa molti anni di attività solista e album prodotti in poche pagine.
la mia stessa impressione.
La parte pre Genesis l'ho trovata straordinaria, mi ha molto appassionato e a tratti anche commosso.
Poi dal momento in cui si entra in territorio Genesis man mano che si procede i dettagli diminuiscono e si percepisce che si entra in un'era di cui, dal punto di vista biografico, forse Steve non sentiva la necessità di aggiungere molto di più a quanto già scritto o detto da decenni. Non mancano comunque alcune rivelazioni e alcune sorprese.
Le cose si fanno di nuovo più interessanti (IMHO) all'uscita dal territorio Genesis quando si affronta il periodo in cui Steve dovette spiccare il volo con le proprie ali: un salto nel buio per nulla semplice, con il rischio di sparire dalla ribalta.
E qua ci si emoziona di nuovo.
Vorrei poi aggiungere una mia considerazione, che spero non venga ritenuta blasfema. Trovo che sia un peccato che Steve sia stato costretto a "cancellare dal proprio passato" tutti i riferimenti all'ex moglie, perchè ho l'impressione che con lei siano rimaste sul pavimento della stanza di editing del libro anche molte cose interessanti.
La parte finale è (inevitabilmente?) quella meno dettagliata e più riassuntiva, forse troppo vicina per poter esssere approfondita.
Devo dire che ho immensamente apprezzato il modo in cui Hackett descrive la propria infanzia e la propria adolescenza nella Londra grigia, fumosa e selvatica degli anni '50 e '60, dove le scuole erano spesso campi di prigionia per le anime più sensibili
( e qua il parallelo con le vicende scolastiche di Joe Jackson, di soli 4 anni più giovane rispetto a Steve, mi è sorto spontaneo) e la musica una lima per tagliare le sbarre della cella.
Il resto del libro non delude ma soffre un po' per le cose non scritte (anche se posso capire perchè non siano state scritte).
Libro piacevole, nella prima metà molto emozionante e riflessivo, e con qualche piccola sorpresa.