M'azzardo? Sì, dai. [:)]
Ho letto i topic chiusi di recente e mi stupisco e m'imbarazzo sempre per la colpevole assenza con cui vivo una realtà come questo forum, in cui bazzico da anni (e con estremo piacere).
Amo i forum, li preferisco di gran lunga ad altri strumenti di socializzazione virtuale tipo chat, social network, msn, skype et similia perché hanno un "lento fluire", si può lasciar depositare una discussione per mesi o anni per poi tornarci con persino maggior calore e perché resta uno storico (hacker turchi permettendo) di quanto si è scritto: questa documentazione per me è la maggior fonte d'interesse in quanto mostra il grado di maturazione personale, l'evoluzione di pensiero del singolo, che mai è immutabile quanto ciascuno di noi crede.
Vorrei fare un esempio: in un altro forum (dedicato ai fumetti), che frequento da ormai 10 anni, quando m'iscrissi ero un ventiduenne berlusconiano, studente di giurisprudenza con fiducia nel mondo del lavoro, una chioma lunga 60 cm, metallaro convinto. Come sia capitato che ora io sia un calvo trentatreenne, amante del rock, nettamente di sinistra e lavoratore in un frustrante call center credo lo possa solo capire chi ha vissuto giorno per giorno il venir meno di alcune mie speranze ed il crescermi dentro di nuove aspirazioni e ideali, nel tentativo di dar un diverso baricentro alla mia vita ed alla mia personalità. [;)]
E' un lungo preambolo a cui ora ne seguirà un altro, ne chiedo scusa, [:)] ma serve per introdurre una discussione a stampo politico e so, frequentando da anni appunto l'ambiente dei forum, che sia una dei pochissimi argomenti (quasi l'unico) a scaldare gli animi al limite della zuffa. E ciò è incredibile, se si pensa al bassissimo interesse che la politica attiva suscita nelle generazioni più giovani (e non solo)! Una volta, trent'anni fa, tutti facevano politica o sindacato, l'attivismo era uno dei principali marchi di fabbrica, come diceva Gaber in un celebre brano: "La libertà non è star sopra a un albero / Non è neanche il volo di un moscone / La libertà non è uno spazio libero / Libertà è partecipazione".
Come si sia giunti a questa realtà è una domanda che trova la stessa risposta che sopra ho dato all'esemplificazione del mio cambiamento personale: bisogna aver vissuto i tempi. Ogni singola reazione di sfiducia dinnanzi alla politica si è sedimentata in molti (nella maggior parte) creando a mio avviso una sorta di patina impenetrabile, una specie di scudo che consenta ai cittadini di avere una difesa impermeabile alle brutte notizie che il governo (d'ogni colore) ci ha abituato a ricevere.
Ricordo, per esempio, che quando nacque il PD io scrissi un brano rap dalla rima molto scolastica (non sono né un musicista né un autore [;)] ) che potrei anche aver postato già pure qui, ma che nel dubbio vi reinserisco perché secondo me può darvi un'idea della mia personalità e di alcune attese deluse che provai ed espressi. La chiamai "Incubo":
Cos'ho sognato?
Cos'era quella luce alla fine del cammino?
Cos'era quel sussurro che mi sfiorava piano?
Distante immaginavo il Sole del Mattino
Mi pareva davvero di viaggiare lontano
Nel sogno ero felice, gridavo ad alta voce
Cantavo, scherzavo, correvo verso la luce
Pensavo: "Che bello, finalmente siam tornati
Ai tempi di una volta, quando si girava armati".
Non sono un violento, mai stato un rivoltoso
Eppure sembro il solo a non chiamar "dannoso"
Un decennio di speranza, vissuto tra valori
Chiamati fratellanza, unione e portatori
Di grandi risultati -aborto e matrimonio-
Da tutti ormai scordati, perché c'è il mercimonio
D'anime e coscienze, vendute a basso costo:
Gettoni e presenze in programmi in cui il tuo posto
E' quello in prima fila, a urlare i tuoi casini
Davanti a tizi semiseri che si fingono vicini.
La luce, dicevo, la luce era il mio sogno
Ma più mi avvicinavo, meno m'andava a genio.
Bianco: un colore che porta alla memoria
Il fantasma di un cetaceo sepolto dalla storia!
Le voci, i suoni e i canti che sentivo
Provenivano da gente riciclata dell'Ulivo
Allegri, felici, mostravano con gioia
Il grande risultato di far tirar le cuoia
All'ultimo residuo barlume di utopia
A quella speranza, che forse è solo mia,
In un mondo più giusto, basato sulla filia,
E non sul riformismo e sull'economia.
Ecco, così mi sono perso per strada... ho aperto il topic per raccontarvi di un progetto politico (più che altro sociale, però) che, in piccolo, stiamo cercando con impegno di metter su a Torino e però mi sono smarrito sull'onda di qualche ricordo.
Allora correggo il titolo, mi riprometto che, se vi va e non v'annoio, ci torno su e vi racconto ciò di cui volevo parlare, ma intanto non mi dispiace lasciarmi cullare dal ticchettio delle mie mani sulla tastiera e di fornirvi brevi frammenti di me.
Ahimé, un po' confusi, ma non ho mai brillato per linearità e vi chiedo di sopportarmi così: in effetti arriva un momento in cui sapere d'una persona che apprezza più i fan dei Genesis che il gruppo stesso può non bastare, se si frequenta un posto per starci. [I8)] [8:-x][;)][:p]
Buona notte,
Carlo Maria