Molti esperti politologi, come anche semplici osservatori, hanno tentato di spiegare il clamoroso successo del centrosinistra alle amministrative, prendendo a pretesto il dato dell'astensionismo.
Secondo costoro, larghissima fetta degli astenuti apparterrebbe all'area del centrodestra, ma non ho capito, credo pochi hanno capito, in base a quale contorto e perverso ragionamento.
Chi si astiene ha una sua storia personale con il mondo della politica, che può investire la sfera personale, ma anche la pigrizia, la disillusione, la sensazione dell'aleatorietà di certe consultazioni, soprattutto perchè veniamo chiamati troppe volte alle urne. Per evitare la disaffezione a partecipare, tramite l'elettorato passivo, alla gestione della cosa pubblica, credo sarebbe ora di incentivare la partecipazione al voto, magari dando a chi ne faccia richiesta, la possibilità di votare telematicamente, al proprio domicilio, alla presenza, però, di un pubblico ufficiale, che certfichi che la manifestazione di voto sia data di persona. Oppure in altro modo.
L'oceano dell'astensione è vastissimo, eterogeneo, pluralista: nessuna parte politica ha il diritto di appropriarsi della volontà e delle idee di chi non può o non vuole decidere di decidere.
Per quanto riguarda i risultati di questa tornata, c'è poco da dire, parlano i numeri: 17-0. Non è una partita tra l'Inter e una mista scapoli-ammogliati, bensì il numero dei comuni conquistati, rispettivamente, dal centrosinistra e dal centrodestra.
Al nord è certificato il tramonto della Lega, il cui futuro è da ricostruire, e del cui passato, oltre ai toni forti, ricordo alcune intuizioni, alcune idee valide. Ottimo risultato del CS e del PD, in particolare, che conferma il dato, dignitoso, delle politiche.
Al centro, il risultato di Roma è francamente di una chiarezza imbarazzante, e ci consegna un PD in splendida forma, un partito veramente globale, e una coalizione che ha seguito, con convinzione, un candidato, come Marino, che non appartiene precisamente all'area più moderata del partito.
Laddove al centro-nord il PD ha compattato tutto e tutti, In Sicilia si è verificato il fenomeno opposto: tante liste civiche, di ispirazione e di vicinanza al PD, si sono formate, e, pur facendo apparentemente confusione, hanno funzionato alla grande, e hanno permesso, ad esempio, a Bianco di conquistare Catania al primo turno.
Quindi il Partito Democratico è il vincitore, il trionfatore di queste elezioni, soprattutto per la straordinaria capacità di gestire sempre in modo nuovo, in modo diverso, le alleanze nelle varie realtà locali.
Pessimo risultato per il PDL che, e dobbiamo ammetterlo, è ancora indissolubilmente legato alla figura del suo leader, che ne rappresenta l'immagine, l'interfaccia. In questo momento non c'è, in questa coalizione, un personaggio che possa prendere il suo posto.
Pericolo implosione per il M5S, ma se si votasse per le politiche, la musica potrebbe essere diversa, e ancora vicina ai risultati di Febbraio: il movimento di Grillo ha connotazioni fortemente politiche, di rabbia e di critica sociale, e continuerà sicuramente a catturare consensi, soprattutto tra i giovani.