c'erano una volta "i mondiali di football"
Una volta, era per me come li ricordo da bimbo, con tutto l'entusiasmo derivante dalla giovane età, con la fame e con la sete di scoprire ogni novità e con quel desiderio che hai solo quando sei piccolino... erano gli anni 60 e poi 70; erano gli anni di Beatles e Rolling Stones, ma anche di Pelè, Bobby Charlton e George Best, Riva, Mazzola e Rivera, e già incombevano all'orizzonte quelli di Cruijff e di Neeskens, Mueller e Beckembauer...
I primi mondiali di pallone di cui ho memoria fotografica per averli visti in tv, nei tempi in cui la tv di stato, la nostra come quella di altri paesi, trasmetteva quasi tutte le partite (ed anche molto altro a livello sportivo, prima che arrivasse l'era della cannibalizzazione delle pay-tv e dei magnati "stile murdoch" a drogare economicamente tutto l'ambiente...) sono quelli indimenticabili di Mexico '70... indimenticabili per tutta una serie di motivi (non ultimo lo storico 4-3 di Italia - Germania che si ricorderà perennemente) a cominciare dallo stile e dalla qualità di gioco : io quel Brasile che vinse la coppa Rimet me lo ricordo bene, era una squadra che quando voleva non ti faceva vedere il pallone per minuti interi (oggi si parla molto del "tiki-taka" inventato da Guardiola per il Barça, ignorando chi ne furono i veri inventori) fino a quando decideva di affondare ed allora faceva male; non schierava punte di ruolo, salvo forse il solo Jairzinno che punta pura comunque non era, ma solo centrocampisti stile Gerson e Tostao e mezze punte come Pelè e Rivelino, ma questi giocatori possedevano una qualità tecnica individuale tale da potersi far beffe di moduli, tattiche e teorie. Riuscendo a dimostrare che anche senza punte pure come Mueller o Riva ma disponendo di "piedi buoni" e fantasia formidabile, si poteva arrivare lo stesso all'obiettivo finale del football : mettere la palla in rete. Almeno una volta in più degli avversari.
Giocavano come solo loro sapevano e facevano; goals a grappoli ma prima di tutto incantando il pubblico con lo stile di gioco. (da quei mondiali mi ricordo una mostruosa finta di corpo di Pelè in corsa, a tu per tu con il portiere avversario, con quest'ultimo che si vede sfilare a destra Pelè e a sinistra il pallone,
senza capirci assolutamente nulla!
) Quel Brasile non era forte solo davanti : ricordo bene i due terzini di fascia Everaldo e Carlos Alberto e basta solo citarne i nomi e hai detto tutto.
Era sicuramente un altro tipo di calcio rispetto a quello attuale; la differenza maggiore è che si pressava molto meno di adesso, e forse anche per questo c'era lo spazio per maggiore fantasia e spettacolo, perchè c'era più tempo per "pensare"; la frenesia e la velocità del calcio attuale hanno soffocato tutto questo; è vero, ci sono ancora i Messi o i Neymar che riescono ancora ad incantare nello stretto e nel veloce, ma il rapporto è drasticamente cambiato.
Tutta questa premessa per dire che io ai mondiali del 2014, di calcio memorabile ne ho visto poco. Molto poco.
Ho visto molta fisicità -anche al limite del regolamento e a volte anche oltre- molto pressing e tatticismi, ma poca pochissima fantasia e spettacolo, che poi sono quelli che ti incantano e che si ricordano nel tempo. Invece, ad essere ricordati saranno episodi come il morso di suarez o l'entrata da "cintura nera" alle spalle di Neymar, e basta dire questo per dare l'idea della mediocrità attuale, quasi come se il football riflettesse la mediocrità generale della società di oggi. (è vero, c'è stato anche quello che sarà ricordato come il volo d'angelo di VanPercie in occasione del suo goal di testa alla Spagna, ma resta comunque troppo poco per un simile palcoscenico come sono i mondiali)
Un ultima considerazione sulla copertura televisiva dell'evento : tralasciando la pay-tv (e la fortuna di chi può permettersi di vedere tutto pagando l'abbonamento...) la ns tv di stato ci ha fagocitati di continui interminabili talk-show condotti all'occasione da comici, giornalisti, ex giocatori, presunti esperti e show girls in gran spolvero addobbate di tutto punto, tutti quanti generosamente pagati (presumo), sia dall'italia che in studi appositamente allestiti nelle locations brasiliane dove molti cronisti sono stati inviati da "mamma Rai" (per non essere secondi a nessuno, il seguito della ns nazionale è stato
il più numeroso di tutti, e su questo non ci potevano essere dubbi...) . Ecco, io magari avrei evitato uno spiegamento di forze del genere, per un ritorno che almeno per me è praticamente nullo (sai che me importa di ascoltare le loro considerazioni, a me bastano gli occhi per vedere e il cervello per giudicare) cercando di utilizzare i soldi necessari a pagare tutti questi ciarlatani mascherati da finti esperti, acquistando magari qualche diritto in più per qualche partita in più da trasmettere (specialmente quelle dagli ottavi in su).
Ma so bene che queste ultime parole si perdono nel vento, conoscendo il paese e il sistema che vige.
...AMA TUTTI, CREDI A POCHI, NON FAR MALE A NESSUNO...