Non me ne voglia chi eventualmente si sentisse chiamato in causa - dico quanto segue in tono assolutamente amichevole - ma più passano gli anni meno riesco a comprendere le osservazioni del tipo "a casa mia i dischi saltavano, c'era un fruscio terribile" eccetera.
Queste cose accadevano - e accadevano veramente - se si maltrattavano i dischi (es: li si lasciava a terra, magari li si calpestava, li si sporcava di unto della pizza ecc.) e si usava per ascoltarli qualche fonovaligia terribile o qualche radiogrammofono d'anteguerra senza mai cambiare la puntina (magari in zaffiro, che durava pochissimo).
Mi si dirà: ma noi non avevamo niente di meglio, a casa mia i soldi erano contati. E va bene, posso assicurare che nessuno meglio di me comprende questo argomento. Potrei a questo punto inserire una noiosa digressione sul fatto che sono sempre esistiti (ed esistono tutt'ora, anzi oggi c'è l'imbarazzo della scelta) giradischi molto economici ma di qualità comunque ottima o perlomeno sufficiente a garantire ascolti assolutamente rimarchevoli, bastava informarsi, ma vi risparmio questa tirata. Il vero punto è: io ho vissuto da "testimone", in piena giovinezza e nel pieno della mia vivacità e ricettività mentale, la transizione verso il CD e
ricordo benissimo - anzi fin troppo bene - che i primi lettori CD costavano
una fortuna, e i CD ancora di più. Non riesco quindi veramente a comprendere come sia possibile che famiglie che avevano sempre relegato la musica al fondo della lista spese, improvvisamente investissero stipendi interi nei CD, se non congetturando che le industrie musicali avevano fatto una campagna stampa promozionale veramente formidabile, al limite (o forse oltre) del lavaggio del cervello.
Sulla qualità audio del CD - lo ribadisco ancora una volta - personalmente non mi colloco tra i più critici. Ci sono aspetti su cui ridire, altri su cui ha oggettivamente qualche vantaggio, ma entrambi non sono punti clamorosamente vincenti, sebbene comunque la loro audio qualità possa essere definita sufficiente. Il problema è sempre stato ed è tuttora che è un oggetto
orrendo, una baracchina di plastica che non si può guardare, e i lettori fanno più schifo ancora. Oggi in più si assiste a patetici tentativi di proporre materiali differenti: copertine di cartoncino che si strappano solo a guardarle, da cui è impossibile sfilare il CD senza impugnarlo saldamente tra le dita lasciando impronte dappertutto, e altre amenità simili che non fanno che peggiorare il quadro e rendere sempre più evidente la "pochezza" di questo supporto, che è una porcheria "by design" e quindi non migliorabile.
Senza voler rubare la "palma" di profeta al negoziante amico di Vise, nel mio piccolo anch'io vagai profetizzando presso i mercanti di Torino, argomentando principalmente su due punti: 1) guardate che questa baracca sta facendo sparire i 45 giri, quello dei singoli è un bel mercato, tanta gente non ha voglia di comprare album interi pieni di "filler", per di più a quei prezzi folli, ve ne pentirete amaramente, e 2) guardate che il gioco si riduce ad infilare un oggetto brutto di plastica dentro un lettore brutto di plastica e poi non si vede più niente, la gente è abituata a vedere la cassetta che gira o il disco che gira, passata l'infatuazione iniziale è impossibile che sul lungo periodo qualcuno si innamori di questa ignobile
schifezza, farà passare del tutto la voglia di mettersi lì ad ascoltare musica in modo serio. In molti suscitai risate e lazzi, e immancabilmente chiusero bottega nel volgere d'un paio d'anni. Gli unici che ancora sopravvivono sono i 3-4 mohicani che decisero comunque di tenere aperto un reparto 33 giri (ma onestamente non posso dire che avvenne perché mi diedero ascolto
diciamo che avevano già autonomamente maturato le stesse convinzioni).