A parte che, come giustamente sottolinea Maomac, l'inflazione reale in italia è sempre aleggiata tra il doppio ed il decuplo di quella "programmata" e "rilevata da ISTAT", quindi in realtà quelle 5000 non corrispondono ai 13€ odierni (sarebbe bello!), occorre anche dire che stiamo confrontando prodotti completamente diversi.
Di quei dischi a poco prezzo ne ho comprati parecchi anch'io all'epoca. Tanto per cominciare il prezzo era salito a 11000 lire, pari appunto a un'inflazione superiore al 100%, cifra comunque che rimase stabile per alcuni anni. Ma la differenza sostanziale stava nel contenuto: dischi sottili come il cellophane per alimenti, copertine ridotte all'osso (se erano ad anta apribile, sistematicamente venivano trasformate in anta singola) e nessun inserto: se la fodera interna era stampata, magari con le liriche, si metteve al posto una bella busta bianca senza tanti complimenti.
Delle vere porcherie insomma. Si diceva all'epoca che alcuni di questi dischi delle linee economiche fossero addirittura ripressati a caldo riciclando vecchi dischi da macero, fatto che molti anni dopo ho verificato essere purtroppo
vero, con risultati audio che è facile immaginare. Purtroppo anche alcuni miei dischi dei Genesis appartengono a queste linee: li tengo per pura nostalgia in quanto magari mi ricordo persino del giorno esatto in cui li acquistai, e dove, e in compagnia di chi, ma non sono nemmeno lontanamente accostabili ad una edizione di prestigio attuale.
Tutto questo poteva andare bene finché i dischi erano paccottiglia da vendere alla tonnellata. Adesso è vero il contrario: defunto il CD (che comunque, pur non avendo più nessun mercato, da nuovo costa regolarmente ben oltre i 20€!!!) il
long playing è slittato ad essere un prodotto per intenditori o collezionisti esigenti. Le linee economiche proprio non esistono più: persino le collane della De Agostini di cui ogni tanto parliamo e che si vendono in edicola (a meno dei 20€ del CD!!!), sono stampate su 180 grammi di vinile vergine, con copertine ad anta apribile molto ben stampate, e c'è pure una rivista allegata!
Ma naturalmente la qualità ha un costo, ed ecco che talvolta si arriva ai prezzi che hai segnalato.
Concordo con Maomac anche sul fatto che spessissimo, per dischi di un certo pregio collezionistico ed in buone condizioni, sull'usato si pagano cifre veramente astronomiche. Di fronte a questi scenari anch'io mi butto volentieri sulle ristampe, che se ben fatte non fanno quasi mai rimpiangere l'originale, e a quel punto coi loro 30€ di prezzo o quel che è, sembrano addirittura a buon mercato!