"Buon Dio, guardate Phil Collins oggi. Mister Sussudio, a Toronto per parlare di recente del suo nuovo album di cover Motown, è andato cautamente in una stanza, per andare a prendere una bottiglia d'acqua. Quando gli abbiamo chiesto come se la sta cavando, a 59 anni , sordo da un orecchio, risponde con "Eh?" Prima di ammettere di sentirsi "bene", ma "un po 'stressato" da tutti i viaggi, e tentare di parlare.
Più o meno, e nel bene o nel male, sì, abbiamo Phil Collins.
Going Back, è il nuovo disco per sessantenni; è un progetto stranamente indulgente che coinvolge la musica della giovinezza del musicista nato a Londra, quando aveva i capelli - setosi e biondi, a giudicare dalla copertina dell'album - e due orecchie funzionanti.
Da cui sopra gli arrangiamenti originali, la fedeltà retrò... e ciò che resta della sezione ritmica Funk Brothers, oltre alla solita voce di Phil Collins.
E 'karaoke per milionari, questo è.
Ci sono un sacco di cose del genere in questi giorni. Rod Stewart, che ha un quinto volume della sua serie Great American Songbook che esce il 19 ottobre, l'anno scorso ha rilasciato Soulbook, una collezione di classici del soul retrò, che conteneva un paio di brani Motown. Neil Diamond è sempre in azione anche: all'inizio di novembre vede l'uscita dei Dreams, un pacchetto di 14 canzoni dei suoi preferiti scritti da altri.
Tom Petty (con Mudcrutch del 2008) e Robert Plant (con la Band di quest'anno) hanno rivisitato i capitoli del loro passato, ma con molto più gusto, ispirazione e anche nuovo materiale.
Ciò che Collins, Stewart e Diamond stanno facendo, invece rappresenta una sorta di quasi-pensionamento lucrativo: cantautori che mettono giù le loro penne per sguazzare nella nostalgia.
Per tornare indietro all'infanzia, Collins ha fatto tanto per ricostruire i suoi ricordi. Il processo di duplicazione della fedeltà, relativamente grossolano, è stato più piacevole dello svolgimento effettivo del materiale.
Stranamente, Collins non ha mai ritenuto di registrare l'album nell' originale studio ben conservato Motown di Detroit, dove tutto è successo all'epoca.
E quando egli descrive la registrazione di classici come Heat Wave, Take Me in Your Arms, e In the Shadows of Love come una 'esperienza vertiginosa', non si tratta di uno scherzo. Suonare la batteria infatti non è un lavoretto per Collins, che ha subito un intervento chirurgico per riparare le vertebre del collo nel 2009.
Poichè lui non ha ancora sensibilità nelle estremità delle dita nella mano sinistra, una bacchetta doveva essere incollata al suo arto. Anche con questo stratagemma, egli non aveva la forza necessaria per suonare un brano intero in un'unica ripresa.
Se questo progetto è stato tutto un indulgere e divertirsi, ti chiedi proprio perché mai Collins si sia ostinato a suonare la batteria."